giovedì 5 febbraio 2015

La Teoria del Tutto [Film]

E' giunta l'ora anche per l'Awards Season del 2015.
Sono partita andando "sul sicuro."
Un biopic su Stephen Hawking interpretato da Eddie Redmayne.

Se devo essere onesta al 100%, quest'anno nessuno degli otto film in gara mi ha messa in fibrillazione, forse solo The Grand Budapest Hotel mi ha incuriosita quando uscì al cinema. Anche se probabilmente (e lo dico ora che ho appena finito di vedere il primo della lista) quello che mi piacerà di più sarà Selma.

Ma andiamo con ordine e parliamo di Eddie/Stephen.





                    




Che dire, è un bel film. Non un capolavoro, però tale da essere candidato all'Oscar, o almeno, io non glielo darei. Sì, ora lapidatemi pure.

Sottolineo, a me è piaciuto e molto. Però, però c'è qualcosa che non mi convince.
E' un bel film, come ce ne sono molti, ma. Resto sempre con quel ma appeso...

Il rischio di cadere in un racconto banale, trito e ritrito era altissimo, visto la tipologia di storia che si va ad affrontare, però comunque regia e sceneggiatura sono riusciti a non caderci dentro fino al collo.
La lacrima è, ovviamente, facile, per me poi, che piango anche per la pubblicità della Scottex con i cuccioli di labrador è proprio come giocare al Grattaevinci.

Ho apprezzato molto la fotografia (ah, la scena iniziale, con tutti quegli scorci di Cambridge, che nostalgia...) e anche la soluzione "homemade videotape" per i salti temporali.

Ammetto che avrei voluto vedere un po' di più l'evoluzione di Stephen come fisico, ma è anche giusto così, visto che il film è stato tratto dalla biografia scritta dall'ex moglie (ops, spoiler) di Hawking, Jane Wilde, dunque il tenore del racconto è più intimo, personale. E ci sta.
Per tutto il film c'è questa contrapposizione tra scienza e Dio, ma la bellezza della persona Stephen Hawking sta proprio nel contraddire se stesso, nel confutarsi.

Mi ha colpito il fatto di voler sottolineare come Hawking sia riuscito a trarre dalla sua malattia, dall'impedimento dei suoi piccoli gesti quotidiani, idee per i suoi studi.
La sua paura più grande, quando gli è stata diagnosticata la sua malattia degenerativa, non è stata tanto la morte in sé, quanto il non poter comunicare le sue idee. Cosa, che poi, abbiamo visto, è riuscito ad aggirare più che ottimamente.
Il suo grande senso dell'umorismo non è stato trascurato, il che è cosa buona e giusta.

Insomma, se non ci si lascia trasportare troppo dalle emozioni, e si rischia fortemente di farlo, ci sono ottimi spunti di riflessione che si possono trarre da questo film.

Felicity Jones mi è piaciuta molto, anche se non so quanto riuscirà a tenere testa alle sue colleghe di nomination, ma aspetteremo il verdetto e soprattutto aspetto di vedere gli altri film per pronunciarmi, almeno su di lei.

Eddie Redmayne mastodontico, non riesco a dire molto altro. E se la statuetta finirà nelle sue mani, io ne sarò molto, molto felice. Vero è che interpretare un personaggio come Hawking ti dà il lasciapassare, un po' com'è successo a McConaughey lo scorso anno, ma gente, cosa vogliamo dirgli? E' stato magistrale. Non ha trascurato il minimo dettaglio, la minima smorfia, la minima titubanza. Straordinario. Ok, dovrei aspettare a pronunciarmi anche per lui, devo vedere anche gli altri, ma per me è già sì, l'accendiamo, senza troppi giri.


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